STEFANO PIAZZI SI AGGIUDICA LA BATTAGLIA DELLE SUPERFICI
Il tennis è uno sport molto complesso, il cui esito dipende da molti fattori. Fortuna, strategia, potenza sono soltanto alcune delle variabili che determinano il punteggio di una partita. Cosa succederebbe se a tutto questo si aggiungesse anche un doppio turno su due campi con terreni e condizioni di gioco completamente differenti?
La finale della "Battaglia delle superfici" si è decisa di un soffio, proprio come in un evento calcistico con andata e ritorno. Procediamo, però. con ordine, andando ad analizzare il percorso del finalista sconfitto, ovvero Diego Vitali, capace di agguantare la categoria silver con gli incontri vinti in questa manifestazione. Il perentorio successo al debutto contro un giocatore forte come Max Bertanza è stato subito un monito per gli avversari, poi il forfait di Claudio Facchetti ha permesso al tennista di Carpenedolo di disputare i quarti, nei quali ha estromesso Alessandro Santi. In semifinale è successo di tutto: nella gara d'andata Francesco Tosoni ha vinto 9-2, prenotando un posto in semifinale, poi qualche giorno più tardi Diego Vitali ha pareggiato i conti, portandosi poi a casa il tie break. Nell'altrà metà di tabellone, invece, Stefano Piazzi ha mantenuto un livello costante, battendo in maniera convincente sia Nevio Beschi che Marco Cirani. Il quarantenne bresciano ha poi eliminato Angelo Guerra in una gara punto a punto e ha staccato il pass per l'ultimo atto grazie alla vittoria su Andrea Zoni.
La finale, come detto, è stata a due volti. Nella sfida d'andata Diego Vitali si è imposto 9-4, incamerando un differenziale non di poco conto. La difesa di tale vantaggio non si è però concretizzata nel ritorno, quando Stefano Piazzi si è trovato addirittura 8-1 40-0, per poi chiudere 9-3, punteggio comunque sufficiente per festeggiare il sesto titolo in un anno e mezzo di presenza nel circuito Raft. Tutto rimandato invece per Diego Vitali, ancora a secco dopo tre tentativi ma autore di una splendida traversata in un torneo con un format non abituale, che consente ai tennisti di gestire a freddo alcune situazioni di gioco, oltre a rendere più incerti i risultati con il cambio di superficie.




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